Non fare domani ciò che potresti fare oggi.
Perchè rimandiamo?
A cura della
Dott.ssa Maria Cristina Zezza
Quante volte ci è capitato di rinviare un impegno o un compito da svolgere perchè non avevamo voglia, eravamo annoiati, o pensavamo di farlo domani? Quante volte il nostro rimandare ci ha portato a dover poi far tutto di fretta, stando sul filo del raosio e causandoci un elevato stress?
Rimandare le cose da fare, ci crea un sollievo immediato, ma poi, alla lunga, ci sentiamo frustrati e stressati per quello che dovremmo fare ma continuiamo a rinviare.
La procrastinazione è spesso dovuta ad emozioni negative associate all’attività da portare a termine ed è accompagnata da autogiustificazioni come: “ora non è il momento, lo farò quando sarò più tranquillo, lo faccio domani, tanto non c’è fretta”.
La procrastinazione può avvenire in diversi ambiti della nostra vita, sul lavoro, nelle relazioni, nella cura di noi stessi.
L’abitudine a rimandare puó essere un modo per evitare l’ansia o l’assunzione di responsabilitá verso se stessi, Tuttavia comporta non solo convivere con l’ansia e il senso di colpa ma anche uno stress intenso per recuperare il tempo perso ed infine influisce negativamente anche sulla nostra autostima.
Il dialogo interno dei temporeggiatori è denso di affermazioni critiche, giudicanti e svalutanti:
‘Sono un fannullone’
‘Non valgo niente’
‘Non ho obiettivi’
‘Non cambieró mai’
‘Non merito nulla’
‘Quando temporeggio mi detesto’
‘C’è qualcosa in me che non va’
‘Sono inutile’
‘Sono pigro di natura e non ci posso fare niente’
‘I miei genitori avevano ragione a dire che non combineró mai niente’
‘Sono inconcludente’
‘Rimando e per questo sono imperdonabile’.
Questo tipo di dialogo interno inibisce ancor di più l’azione e la conseguenza è un autosabotaggio che impedisce di portare a termine gli impegni e di andare verso gli obiettivi desiderati.
In realtà coloro che tendono a rinviare impegni e compiti da svolgere non sono assolutamente fannulloni o inconcludenti ma piuttosto presentano delle difficoltà nel gestire le emozioni connesse all’affrontare le sfide.
Allora quale sono i motivi che ci spingono a rinviare in continuazione?
- In primo luogo Iniziare compiti complessi può richiedere un’ elevata capacità di analisi al fine di impostare al meglio il da farsi e questo può indurre a rinviare l’inizio dell’attività.
- In secondo luogo potremo avere difficoltà nella gestione del nostro tempo (consiglio sempre ai miei pazienti di organizzare e tenere un’agenda, di modo da poter programmare i propri impegni, considerando l’eventualità del 10% di imprevisti nel nostro programma. E’ importante, inoltre considerare come impegno verso se stessi anche il tempo libero e la cura di se stessi e delle proprie relazioni)
- Possiamo avere difficoltà o paura per i rischi e le responsabilità derivanti dalle decisioni che dobbiamo prendere. Tale paura ci spinge a rimanere bloccati in quanto sia la decisione A che la decisione B potrebbe comportare dei rischi.
- o ancora, possiamo avere la tendenza a sovraccaricarci e difficoltà a delegare;
Perfezionismo ossessivo, evitamento, manipolazione, dipendenza dagli altri, depressione, noia, stanchezza e distraibilità sono tutte componenti che ci spingono a rinviare continuamente.
Cosa fare?
Il primo passo per superare questa cattiva abitudine è rendersi conto della sua nocivitá ed essere consapevoli delle nostre emozioni negative nel momento in cui stiamo per fare qualcosa che poi procastiniamo. Per affrontare la procrastinazione dobbiamo quindi comprendere quando e come inganniamo noi stessi. Identificare le autogiustificazioni che utilizziamo e le reali motivitazioni per cui ritardiamo un compito ci può essere d’ aiuto per modificare il nostro comportamento e le nostre strategie di lavoro.
In alcuni casi sarà utile intervenire non solo sul nostro modo di affrontare i problemi e i compiti ma anche su come gestiamo le nostre emozioni rispetto ad essi.
Essere consapevoli delle proprie emozioni e dei proprio pensieri automatici ci permetterà di smettere di agire impulsivamente assecondando le nostre emozioni “ballerine” e le nostre autogiustificazioni e di restituire intenzionalità al nostro agire.
Non solo la paura del falimento, ma anche del successo e del cambimanto ci porta a rinviare:
“La paura del fallimento, così come del successo, ci spinge a procrastinare il raggiungimento degli obiettivi di studio o di inserimento lavorativo.
Nelle relazioni, la paura dell’intimità e della perdita della propria individualità/autonomia ci spinge a temporeggiare rispetto ad un coinvolgimento più profondo.
La procrastinazione è dunque una difesa.”