Inside Out – L’importanza delle emozioni

INSIDE OUT – L’IMPORTANZA DELLE EMOZIONI

A cura della

Dott.ssa Maria Cristina Zezza

emozioni

Inside Out è l’ultimo capolavoro della Disney Pixar attualmente nella sale cinematografiche. Attraverso un cartone animato viene affrontato con semplicità e chiarezza il mondo delle emozioni, un mondo spesso sconosciuto e messo a tacere dalle nostre convinzioni culturali. Tramite questo cartone (diretto più ad adulti che bambini a mio parare) viene evidenziato il ruolo funzionale delle emozioni e la loro importanza. Le emozioni non solo sono naturali ed innate, ma guidano il nostro comportamento. Il cartone mette in risalto come il comportamento umano sia il risultato di emozioni e pensieri e come vi sia un rapporto di interdipendenza tra di essi. Viene sottolineata l’importanza di ciascuna emozione, anche quelle socialmente non accettate come rabbia e tristezza che sono fondamentali nella vita di ciascuno di noi. Infine, le nostre emozioni costruiscono i nostri ricordi e c’è una relazione bidirezionale tra ricordo ed emozione: lo stesso ricordo può essere vissuto con un’emozione differente in base all’emozione che stiamo sperimentando in un dato momento e viceversa quando stiamo sperimentando una determinata emozione ci verranno alla mente i ricordi in linea con quella emozione.

CHI SONO I PROTAGONISTI DI INSIDE OUT?

I protagonisti del cartone che animano la piccola protagonista sono 5: Gioia, Rabbia, Disgusto, Paura e Tristezza.  Ogni emozione ha il proprio ruolo nello sviluppo della storia e della vita della piccola protagonista. Vediamo insieme quindi quali sono le funzioni principali di ciascuna emozione:

Gioia: la Gioia è un’ emozione essenziale per la sopravvivenza e per l’adattamento, è il collante verso il mondo e gli altri in quanto spesso porta alla condivisione e al contatto con il mondo esterno; è necessaria all’affermazione di se e all’accrescere dell’autostima e del proprio benessere. E’ una delle emozioni che spinge all’azione e alla ricerca del contatto sociale.

Paura: la Paura è un’altra delle emozioni fondamentali legate alla sopravvivenza della specie. La paura infatti nasce quando viene percepito un segnale di pericolo o di allarme. E’ quella emozione che ci da la possibilità di mettere in atto delle strategie per proteggerci dal pericolo attivando il sistema di fuga. A livello estremo la paura può diventare patologica come nei casi di: ansia, panico o fobie.

Rabbia: La rabbia è una delle emozioni socialmente più inibite mentre in realtà è una delle emozioni più primitive. La rabbia nasce da un evento percepito come ostacolo intenzionale, da parte di qualcuno, alla realizzazione di un bisogno o a proteggersi da una intrusione. La rabbia serve quindi a proteggere i propri bisogni e i propri confini. Se non viene espressa permane più a lungo e può portare a sintomi psicosomatici o ad improvvise sfuriate.

Tristezza: Il ruolo funzionale della tristezza viene descritto perfettamente in questo cartone.  La tristezza è insieme alla rabbia una delle emozioni più represse. Fin da piccoli infatti ci viene detto “Non piangere”. Si manifesta in una separazione, in un lutto e in tutte quelle circostanze in cui l’individuo si sente escluso, incapace di comunicare o trascurato. La funzione principale di questa emozione è che attiva il sistema di accudimento negli altri, serve a chiedere aiuto quando ci sentiamo in uno stato di malessere. La sua espressione ha la funzione di sentirsi rassicurati o aiutati dalle persone care. E’ un indice che qualche nostro bisogno è frustrato e quindi ci sentiamo insoddisfatti. Quando non viene comunicata e viene tenuta per se può portare al risultato contrario: ritiro sociale, isolamento e nei casi più gravi alla depressione.  Nel film la tristezza e la gioia collaborano per ritrovare il benessere della protagonista. La presenza di entrambe è infatti fondamentale. Senza la Tristezza non ci sarebbe la Gioia. La tristezza ci spinge anche a fermarci, a riconoscere di avere un problema e a cercare una soluzione per superarlo.

Disgusto: Il disgusto è considerata un’ emozione secondaria che si sviluppa in un secondo momento. La sua funzione è quella di allontanarci o di eliminare uno stimolo spiacevole. Ha quindi anch’essa una funzione protettiva.

 

COSA SUCCEDE SE REPRIMIAMO LE NOSTRE EMOZIONI?

Come ho anticipato ogni emozione ha la sua funzione e il suo ruolo. Cosa succede se tentiamo disperatamente di evitare di provare le nostre emozioni, tendiamo a inibirle o non ne siamo consapevoli? Nella maggior parte dei casi si porta allo svilupparsi di un sintomo o di uno stato di malessere.

Il non comunicare e condividere la Gioia, ci porta a un minor benessere individuale e relazionale, ci sentiamo chiusi e soli e abituandoci a non poterla condividere possiamo arrivare a non provarla più anche nei casi in cui raggiungiamo un qualche successo.

La paura se trascurata, inibita o non consapevolizzata può portare a problematiche di ansia panico o fobie. Infatti la matrice dell’ansia è proprio la paura. Individuando quale paura sperimentiamo alla base e lavorandoci sopra in terapia è possibile risolvere o migliorare gran parte di questi disturbi.

Se non esprimiamo e riconosciamo la tristezza tenderemo a sentirci più soli perché non attiviamo le nostre risorse relazionali. In casi estremi può portare a sentirsi depressi, oppure in alcuni casi pur di non sentirla mettiamo in atto strategie disfunzionali quali abuso di alcol o droghe. Poter esprimere la propria tristezza ci permette di attivare le nostre risorse interne ed esterne.

La rabbia se non espressa può diventare distruttiva verso noi stessi. Spesso può portare a sviluppare sintomi psicosomatici in particolare nel tratto gastrointestinale, a insoddisfazione o a scoppi di rabbia improvvisi e non controllati.

 

Le emozioni, specialmente quelle spiacevoli, vengono spesso inibite dalle norme culturali, dalla nostra educazione o perché le riteniamo segni di debolezza. Questi pregiudizi e convinzioni ci portano a non saperle riconoscere ed esprimere.
Essere consapevoli delle nostre emozioni ci aiuta non solo ad accettarle e a smettere di combattere contro di esse ma ad usarle come bussola per il nostro benessere.


bibliografia:

Lesile S. Greenberg, Sandra C. Paivio; lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata, ed. Sovera 2000