Nè con te nè senza di te – La gabbia dorata della dipendenza affettiva

Nè con te nè senza di te

 La gabbia dorata della dipendenza affettiva

A cura della

Dott.ssa Maria Cristina Zezza

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Non posso vivere nè con te nè senza di te” cosi scriveva Ovidio, famoso poeta latino, più di 2000 anni fa.

Questa affermazione risulta decisamente attuale per darci un idea di che cosa si intenda per “dipendenza affettiva”.

Il dipendente affettivo è colui che prova un forte disagio relazionale e che ripetutamente intreccia relazioni non soddisfacenti dalle quale non si riesce a separare. Ha un disperato bisogno di accudimento e si aggrappa al proprio partner anche quando questo si rivela nocivo. Il conflitto disperato cui è sottoposto il dipendente è quello di sentirsi incastrato in una relazione frustrante e di avere il terrore di separarsene. Tale conflitto porta spesso rabbia e depressione, in quanto il dipendente è consapevole che la propria relazione sia insoddisfacente: parlando del proprio partner lo criticherà spesso, elencherà tutti i suoi aspetti negativi, lo svaluterà ma comunque non ci si separerà.

Da dove si sviluppa la dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva si forma gia dall’infanzia e dalle relazioni con le figure di accudimento. Il dipendente affettivo è stato un bambino “adultizzato” che ha dovuto prendersi cura di un genitore problematico per sentirsi accettato ed amato. E stato sostenuto dall’illusione di poter essere amato dai propri genitori una volta che fosse riuscito a “guarirli”. In questo modo non ha potuto conoscere l’amore e l’accudimento dei genitori e si è trovato privato della propria infanzia senza poter avere una “base sicura” su cui contare.

Il dipendente affettivo e l’attrazione per le relazioni difficili…

Come abbiamo visto il dipendente ha precocemente appreso che l’amore deve essere conquistato con l’autosacrificio di sè.

La persona affettivo dipendente si lascia quindi facilmente intercettare da una personalità narcisistica o antisociale o in generale da un “controdipendente”. Si tratta di personalità seduttive che all’inizio della relazione promettono molto, dando l’illusione di poter compensare qualunque insicurezza, di saper rimediare ad ogni problema, di poter rispondere ad ogni bisogno. Il dipendente affettivo è attratto dal contro-dipendente perchè vi percepisce le qualità di autonomia e autosufficenza che sente di non possedere in sè stesso. Il problema è che, al di là delle apparenze, il controdipendente non ha l’empatia necessaria per saper riconoscere e rispondere adeguatamente ai bisogni del/la proprio partner. Il dipendente, in costante stato di frustrazione, non smette di chiedere , alternando pretesa e sottomissione, allontanando di fatto sempre di più il contro dipendente che si sente spaventato e minacciato da tale condizione di bisogno.

Cosa fare?

Il primo passo per riuscire ad uscire da questo meccanismo masochista è il rendersi conto delle proprie dinamiche interne e della ferita lasciata dalla propria storia . La consapevolezza è senzadubbio fondamentale per non mettere in atto continuamente e incosapevolmente le stesse dinamiche. È importante prendersi cura di se stessi, imparare a volersi bene e bastare a se stessi senza aggrapparsi all’altro. Sarà fondamentale lavorare sulla propria autostima e sulle proprie convinzioni.

Un viaggio per uscire dalla gabbia dorata e imparare ad amare ed essere amati in modo sano.