Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
Il termine gelosia viene descritto come: “Sentimento tormentoso provocato dal timore, dal sospetto o dalla certezza di perdere la persona amata ad opera di altri.” Gia dalla descrizione possiamo comprendere come la gelosia sia caratterizzata da una forte angoscia e dalla paura di perdere chi si ama. Tale sentimento è, in realtà, parte integrante della vita dell’uomo, lo accompagna sin dalla prima infanzia e viene provocata da situazioni via via diverse durante la sua crescita: dalla gelosia verso le proprie figure genitoriali (ad esempio con la nascita di un fratello o quando un genitore è assorto in altro), passando dalla gelosia verso alcuni oggetti particolarmente significativi e dalla gelosia che nasce in determinati contesti sociali quali l’ambiente scolastico o di lavoro (caratterizzata per lo più da competizione), fino ad arrivare alla gelosia provocata da eventi che minacciano la propria vita di coppia.
La gelosia nasce in quelle relazioni primarie affettive in cui scopriamo di non essere al centro di quel mondo, dove per la prima volta proviamo desiderio di possesso, abbandono e paura dell’abbandono: relazioni in cui scopriamo la vicinanza e la paura della perdita, dove ci illudiamo di essere unici, speciali, prediletti, per poi scoprire che il mondo non ruota intorno a noi.
Una base di gelosia è quindi umana e attribuibile ad ogni essere umano. Diverso è quando la gelosia diventa ossessività, dolore, controllo e violenza. Tale forma di gelosia è una gelosia di tipo patologico è caratterizzata da un eccesso della paura di perdere la persona amata, che comporta una forte convinzione, spesso infondata, che il proprio partner sia coinvolto in altre relazioni affettive e/o sessuali. Capita quindi che persone che soffrono di gelosia morbosa possano controllare o spiare la persona amata e, in alcuni casi, possono persino esercitare forme di controllo molto aggressive sul partner per prevenire l’infedeltà (usare violenza verbale, fisica o addirittura imprigionare chi si teme di perdere). L’intensità della gelosia è direttamente proporzionale alle dimensioni immaginarie della catastrofe della perdita della relazione e dell’amato intollerabile.
Tra le conseguenze della gelosia sulla persona amata, possono a volte essere presenti veri e propri comportamenti distruttivi nei suoi confronti, come provare odio o abusarne fisicamente, fino a considerare la persona che si ama disturbante quanto il rivale.
Verso il rivale ci si comporta invece proiettando in esso quasi esclusivamente sentimenti di annullamento e odio.
Cosa si nasconde dietro la gelosia?
La maggiorparte delle volte la gelosia nasconde un’ estrema vulnerabilità ed insicurezza. Gelosia e bassa autostima spesso coesistono, e si manifestano tramite insicurezza e tendenza a vedersi inadeguati e dipendenti dall’altro.
L’autodialogo interno del geloso può essere caratterizzato dalle seguenti frasi: “L’ altra persone è meglio di me“, “io sono inadeguato“, “io non sono realmente amabile”, “se lui/lei mi lascia io ne “morirò”, “io non sono abbastanza”
In particolare possono essere indiviuati 4 tipi di Gelosia:
- La forma ossessiva: sono presenti sentimenti intrusivi di gelosia che la persona non riesce a far cessare, che creano sofferenza e che in parte la persona gelosa riconosce come infondanti;
- La forma depressiva, la persona prova un senso di inadeguatezza rispetto al partner, aumentando il rischio percepito di tradimento;
- la forma con ansia da separazione, la prospettiva di una perdita del partner appare intollerabile. Vi è un rapporto di dipendenza e di continua ricerca di vicinanza e di rassicurazione;
- La forma paranoide, vi è un’estrema diffidenza e sospettosità, con comportamenti controllanti ed interpretativi anche quando non ci sono prove oggettive a sostegno della gelosia.
Come la nostra mente alimenta le gelosia?
E’ interessante riflettere su come la gelosia venga generata e mantenuta da alcune distorsioni cognitive che riguardano l’attenzione e la memoria. In primo luogo, è presente il fenomeno dell’attenzione selettiva: l’attenzione si concentra specificatamente su ciò che riguarda la persona amata e un ipotetico Rivale e sui relativi atteggiamenti e comportamenti. L’attenzione viene chiamata selettiva in quanto è un meccanismo automatico che seleziona dalla realtà solo le informazioni che confermano le nostre paure. Analogamente, anche i processi di memoria vengono influenzati dalla gelosia poichè vengono richiamati ricordi interpretati e valutati come coerenti con tale emozione e a conferma dei propri sospetti. Si accompagnano alla gelosia rimuginio e ruminazione, ossia un pensiero continuativo e ossessivo che mantengono in modo disfunzionale tale emozione. Tali processi cognitivi portano ad inferenze e deduzioni che sembrano confermare le proprie paure.
Cosa fare?
Come abbiamo visto, la sofferenza generata dalla gelosia è legata all’idea di essere abbandonati, di essere traditi o sostituiti da qualcuno che possa essere “meglio” di noi, e la previsione catastrofica di non poter sopravvivere senza la persona amata.
E’ importante quindi cercare di ridimensionare la portata catastrofica di tale evento, seppur dovesse verificarsi non ci porterebbe a morire ma potremmo fidarci delle nostre risorse per far fronte ad un evento, sì doloroso ma non distruttivo.
Allo stesso tempo è importante lavorare su noi stessi, sulla nostra autostima e nel riconoscerci il nostro valore.
Se amo me stesso mi sentirò più sicuro che anche l’altro possa realmente amarmi.