DIMMI CHE PADRE HAI AVUTO E TI DIRO’ CHE UOMO CERCHI
A cura della
Dott.ssa Maria Cristina Zezza
Spesso abbiamo sentito parlare del Complesso di Edipo nello sviluppo dei bambini, in cui in una determinata fase dell’infanzia il bambino vuole conquistare la madre contrapponendosi al padre.Meno spesso si parla del corrispettivo femminile, ossia il complesso di Elettra in cui la bambina, desiderando conquistare il padre, si mette in competizione con la madre.
Nelle bambine, l’”attrazione” nei confronti del padre fa sì che la figura paterna, con le sue peculiarità, diventi il modello che verrà adottato come confronto nelle relazioni sentimentali dalla donna adulta. La scelta inconsapevole di un partner simile al padre o la scelta inconsapevole di un partner totalmente differente dal padre potrebbero portare la donna a costruire relazioni disfunzionali per se stessa.
Se il complesso di Elettra non viene superato ed elaborato la bambina, diventando donna, continuerà a ricercare ossessivamente ed inconsapevolmente le caratteristiche paterne nei partner sentimentali. Questo da un lato può portare le donne a ricercare nella relazioni le stesse caratteristiche disfunzionali avute nella relazione paterna riproponendo quindi i modelli disadattivi appresi nell’infanzia o, al contrario, se la figura paterna è stata idealizzata ad avere come metro di giudizio il padre idealizzato ed ogni partner quindi risulterebbe inadeguato. Queste donne si sentono eternamente insoddisfatte e critiche nei confronti degli uomini, poiché non riescono a consapevolizzare come dentro di loro stiano ricercando un padre partner piuttosto che una vera relazione matura. Sono donne che non riescono a sviluppare una autonoma capacità di contenimento ed amorevolezza nei confronti di sé.
Quale padre – Quale partner?
- L’autoritario
Chi ha avuto un padre autoritario, severo ed intransigente, spesse volte impegnato e assorto solo nelle attività lavorative/professionali, potrebbe sviluppare una forte insicurezza e bassa autostima per cui tenderà a ricercare un partner altrettanto dominante duro e discontinuo in quanto è il modello relazionale che ha imparato .
Il partner ideale e funzionale a cui bisognerebbe aspirare è, invece, un partner che ami il dialogo (comunicazione che non è stata possibile nella relazione paterna), che ascolti e non giudichi, creando un rapporto paritario e simmetrico. Una valida alternativa è l’autorevole, che si pone come guida, ma è aperto al confronto, che dà sicurezza, ma non toglie l’autonomia.2. L’amicone
Il padre amico se da un lato ha permesso la confidenza, la spensieratezza e il buonumore, dall’altro non ha rappresentato una figura- guida forte e quindi può indirizzare verso comportamenti superficiali e perennemente infantili. Per contrapposizione, la scelta di un partner funzionale potrebbe ricadere su un uomo concreto e pratico, che prenda in mano la sua vita con responsabilità. Può essere adatto anche un compagno ironico e “leggero”, a patto che la donna non diventi la colonna portante della coppia, facendogli da madre invece che da compagna.
3. Il disinteressato
La terza tipologia paterna è quella del padre disinteressato ed emotivamente assente nei confronti della figlia.
Un padre così è un evitante, che spesso nasconde dietro la sua evanescenza il suo essere anaffettivo. Spesso costruisce rapporti frammentati con la figlia, fatto di assenze e di poca comunicazione, che possono portare a scatenare paura, insicurezze e rabbia, ma anche chiusura verso il mondo maschile, pensando che mai nessuno possa mai comprenderla veramente.
Il rischio di duplicare la stessa dinamica è quello di rincorrere uomini centrati su se stessi, egoisti e sfuggenti, che si danno poco e che non danno mai certezze. Meglio mirare a compagni empatici, consapevoli della propria emotività, che non hanno paura di esternarla e di mettersi in gioco con il cuore.
4. L’inimitabile
Questa tipologia di padre potrebbe essere il padre ideale, che non solo fa sorridere, ma protegge ed educa con tenerezza e collaborazione con la madre. Avere avuto un padre così, non solo fa crescere una figlia come donna sicura e autonoma, ma le permette di relazionarsi in modo sereno con il genere maschile, conscia delle sue potenzialità e consapevole di ciò che cerca in una storia. Tuttavia, chi ha avuto un padre presente, empatico, supportivo e presente potrebbe rimanere incastrata nella visione del padre come “uomo migliore del mondo”. Questa tipologia di donne potrebbe essere attratta dall’esatto opposto: uomini inconcludenti e che abbassano l’autostima, poiché desiderano inconosciamente che il padre rimanga l’uomo migliore della propria vita.
L’uomo “giusto” da cercare, invece, sarà quello che, come il padre, deve trasmetterle la stima di sé dimostrandosi interessato a lei sinceramente, rispettandola e amandola ogni giorno.
Le nostre relazioni dell’infanzia, dunque, creano dentro di noi dei modelli relazionali su cui baseremo le nostre relazioni adulte. Essere consapevoli delle nostre ferite e dei nostri vissuti ci permette di poter intervenire per arrivare a conoscere quell’amore che tanto avremmo voluto e che tanto vorremmo.
“La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento” (N.Branden)