Amore? No grazie. Paura d’amare e delle relazioni. Cosa fare?

PAURA D’AMARE  E DELLE RELAZIONI

COSA FARE?

A cura della

Dott.ssa Maria Cristina Zezza

no amore

Sempre più spesso giovani e meno giovani mi riportano problematiche di tipo relazionale e difficoltà ad avere relazioni intime e durature.

Chi da un lato ha paura di farsi coinvolgere, chi nega di avere voglia di un legame, chi si sente soffocato da qualcuno, chi ha un blocco nel riuscire a farlo e chi dall’altro osserva comportamenti ambivalenti da parte del proprio partner “un giorno mi ama il giorno dopo è distante”.

Alla base sottostante di tutti questi comportamenti vi è una profonda paura: “la paura di amare o di avere relazioni” in termine tecnico “philofobia”.

Cosa si cela dietro a questa paura?

Per poter capire cosa si nasconde dietro questa paura dobbiamo fare un passo indietro. Cosa vuol dire amare e innamorarsi? Vuol dire mettersi a nudo, mettersi in gioco e mettere in gioco le nostre parti piu intime e fragili. Significa affidarsi ad un altra persona, perdere in parte la sicurezza che lo stare da soli o l’avere relazioni occasionali ci consente di mantenere.

Le paure più frequenti sono quella di essere abbandonati, di essere feriti qualora mostrassimo le nostre fragilità che spaventano noi in primisi; oppure da un altro lato può esserci la paura di essere “invasi” da qualcun altro, di perdere i nostri spazi, le nostre certezze ed essere sopraffatti.

Per difendersi da queste paura si mettono quindi in atto dei comportamenti difensivi: o si investe in storie impossibili nei quali abbiamo la certezza che l altro non potrà mai innamorarsi di noi, o qualora ci debba essere un investimento si cerca di trovare difetti o qualche elemento che svaluti ai nostri occhi quella persona e che giustifichino la fine di una relazione. O ancora, possono essere messi in atto comportamenti che comportano diverse relazioni sopratutto a carattere sessuale e che non sottointendono un coinvolgimento emotivo.

Altre persone arrivano proprio a negare di volere legami “Non amo e quindi non soffro”.

La paura d’amare può verificarsi quindi sia nel momento di formazione di una coppia sia quando la coppia è stabile e duratura. ““Lo so che lui mi ama, è sempre così gentile e disponibile con me… però ho paura che mi abbandoni e mi lasci da un momento all’altro. La paura di soffrire è più forte dell’affetto che provo per lui e quindi preferisco chiudere questa storia”  Questo è l’esempio di una paziente che negli anni ha sviluppato la paura di amare. Preferisce fuggire da una relazione stabile, in cui è amata e accetta per quello che è, per il timore, infondato, che il proprio compagno possa abbandonarla.

Da dove nasce la paura di amare?

La paura di amare può insorgere dopo una profonda delusione, dopo una storia nella quale si aveva investito e che è finita. E quindi la paura di farsi tarvolgere di nuovo è forte. Questo meccanismo è normale se la storia si è conclusa da poco tempo ma in alcuni casi può perdurare anche anni dopo la fine di una relazione in questo caso può essere utile cercare un aiuto per far si che questa paura di amare non si radichi in modo strutturale e per capire quali altri elementi si celino dietro.

Spesso le persone che sviluppano la philofobia hanno sperimentato durante l’infanzia un rapporto conflittuale con i genitori. Genitori che in maniera più o meno esplicita, e più o meno reale (bisogna sempre considerare come la persona vive l’evento, e non solo l’evento in sé) hanno sminuito e criticato il figlio. Questo comportamento aumenta la paura di essere rifiutati e addirittura abbandonati. È chiaro quindi che in tutte quelle situazioni in cui c’è la possibilità di amare ed essere amati, la persona fugge per il terrore di essere, o sentirsi, abbandonata proprio com’è accaduto con i propri genitori.

In altri casi i genitori sono stati invece percepiti come eccessivamente invadenti e oppressivi negando la separatezza del figlio, e questo quindi può portare ad associare in modo inconsapevole l’amore alla paura di essere annientati.

Cosa possiamo fare?

Se è il nostro partner a mettere in atto comportamenti ambivalenti rispetto alla nostra relazione dobbiamo innanzitutto lasciargli i suoi spazi e concedergli i suoi tempi. Pressarlo e cercarlo in continuazione aumentera solo il suo desiderio di scappare.

Se sentiamo di essere noi a sperimentare queste paure dobbiamo tenere a mente 3 cose:

1- Non anticipare eventi che potrebbero accadere con il nuovo partner, solo perché la storia precedente è andata male. Ogni storia è a sé, e non esistono partner uguali. Se ci siamo trovate davanti a tutte storie “sbagliate” dobbiamo ragionare su quale è stato il nostro ruolo in questo. Spesso inconsapevolmente cerchiamo proprio le persone che ci confermino le nostre paure e i nostri copioni.

2- Se una storia non è andata come ci aspettavamo, non precludersi la possibilità di creare un rapporto duraturo con un’altra persona. Se diamo la possibilità alle nostre paure di condizionarci la vita troveranno sempre la strada spianata. Un buon metodo per sconfiggere la paura è affrontarla anche con le sofferenze che questo comporta.

3- Costruire un rapporto di apertura e fiducia. Parlare apertamente con il nostro partner delle nostre ansie e dei nostri bisogni. Tener tutto nascosto nella speranza che l’altro possa capirlo è contro producente, in quanto l altro spesso non può sapere cosa stiamo sperimentando. Condividere le nostre paure e le nostre ansie ci permetterà di ridimensionarle.

“L’opposto dell’amore non è l’odio. Il vero opposto dell’amore è la paura. Quando ami ti espandi; quando hai paura ti rattrappisci. Quando hai paura ti chiudi; quando ami ti apri. Quando hai paura ti assalgono i dubbi; quando ami hai fiducia.” Osho