Carenze affettive nell’infanzia: quali conseguenze nell’età adulta?

Carenze affettive nell’infanzia: quali conseguenze nell’età adulta?

A cura della Dott.ssa Maria Cristina Zezza

Ricevere amore e attenzione fin dalla nascita è fondamentale per il nostro sviluppo emotivo, per la nostra autostima per la nostra identità.

Le ferite affettive durante l’infanzia si ripercuotono profondamente sul nostro equilibrio psichico adulto.

In età adulta, infatti, ricercheremo conferme e riconoscimento che suppliscano a questa mancanza, cercando di soddisfarla anche attraverso rapporti di dipendenza, rapporti novici ed insoddisfacenti o anche in altri ambiti come quello amicale o lavorativo.

Chi cresce con una carenza affettiva si sente inevitabilmente affamato emotivamente e il partner può diventare il bersaglio di questo bisogno, proiettando su di lui l’idea che debba sopperire a tutte le mancanze ricevute e riempire così quel vuoto che sentiamo.

Si possono formare quindi delle fantasie simbiotiche e di totale dipendenza e allo stesso tempo delle forti aspettative nei confronti dell’altro. Aspettative irrealistiche che la maggior parte delle volte finiscono con l’essere deluse, non perchè l’altro non ci ami, ma perchè nessun amore potrà colmare quel vuoto e l’altro è in grado di amarci come può e non come noi vorremmo. La relazione di coppia diventa quindi un’opportunità tramite cui crediamo di poter guarire una volta per tutte le nostre ferite e il partner diventa in un certo senso un sostituto di nostro padre o di nostra madre e pretendiamo da lui che ci ami incondizionatamente come ci saremmo aspettati dai nostri genitori.

Il nostro partner d’altro canto, ha anch’egli i propri vissuti, i propri bisogni e le proprie carenze e il rischio è che l’uno non riesca a “vedere” realmente il bisogno dell’altro ma a prendere in considerazione solo i propri bisogni e quanto questi vengano soddisfatti o meno dall’altro. La relazione può quindi diventare tesa e conflittuale, la comunicazione può diventare aggressiva e sfidante pretendendo con forza ciò che crediamo ci spetti di diritto, oppure con atteggiamenti passivo aggressivi vittimistici che lentamente vanno a ledere l’affettività, la sessualità e in piu in generale l’intera relazione.

Per chi soffre di un vuoto affettivo la chiusura di un legame significa cadere in una profondissima solitudine, avvertire un “nulla” che diventa intollerabile.

Sul piano individuale le carenze affettive possono portarci ad una rassegnazione, ad un ritiro emotivo e ad un substrato depressivo. In alcuni momenti della nostra vita ci abituiamo a non essere abbracciati, a non essere baciati, a non essere amati e ci convinciamo di stare bene che non ci importa avere relazioni perchè non abbiamo bisogno di niente ma nel profondo non è così e andiamo avanti con una profonda sofferenza.

L’ambito affettivo-sentimentale non è l’unico contesto in cui possono venire fuori le nostre carenze affettive. Può avvenire lo stesso anche in ambito lavorativo. Se non ci siamo sentiti riconosciuti e valorizzati nella nostra infanzia ad esempio, potremmo provare una fortissima frustrazione se non ci sentiamo valorizzati o riconosciuti dal nostro capo che diventa anch’egli inconsciamente una proiezione dei nostri genitori.

Ma a che cosa ci riferiamo quando parliamo di carenza o ferita affettiva?

Quando ci riferiamo a delle carenze affettive nell’infanzia non ci riferiamo solo a quelle situazioni apertamente traumatiche fatte di violenze e abbandono genitoriale ma a situazioni estremamente comuni ad ognuno di noi, in cui non abbiamo sentito che i nostri bisogni siano stati ascoltati.

Da bambini abbiamo un grande bisogno di amore e conferme dai nostri genitori che non sempre vengono soddisfatti, non necessariamente per cattiva volontà, ma a volte per mancanza di tempo ed energie, o perchè anche i genitori stessi a loro volta sono stati bambini e probabilmente non hanno ricevuto abbastanza amore e non hanno quindi imparato ad amare.

Immaginiamo delle situazioni comuni in cui al bambino viene chiesto di reprimere le proprie emozioni, di non fare richieste, di non piangere perchè “diventare grandi vuol dire risolversi i problemi da soli” senza chiedere l’aiuto degli altri. O ancora, quelle situazioni in cui al bambino non viene mai dato un rinforzo positivo ma gli si rimanda che avrebbe potuto sempre fare di più, che qualcun altro è stato piu bravo di lui ecc.. tutto questo può interferire significativamente con la costruzione della propria autostima e sul proprio benessere emotivo.

Nato due volte
una nascita ti è stata data dai tuoi genitori l’altra nascita ti sta aspettando
tu devi darla a te stessa,devi farti da padre e da madre
a quel punto, tutta la tua energia si rivolgerà al tuo interno
diventerà un cerchio interiore
Osho